Conseguenze per la salute
Le persone oggetto di collocamenti forzati e di misure coercitive a scopo assistenziale non beneficiavano di cure mediche adeguate per una durata considerevole. La loro salute ne risentiva anche a causa dei maltrattamenti e del lavoro pesante che dovevano svolgere. Non tutte queste persone raggiunsero l'età avanzata: alcune morirono prematuramente per malattia e altre si suicidarono. Per molte di esse non era evidente restare in vita: ad un certo punto hanno preso questa scelta, in modo del tutto consapevole.
La salute ne ha sofferto molto
Gli effetti del duro lavoro fisico, la mancanza di cure mediche e le esperienze traumatiche hanno avuto un impatto molto forte sulla vita di alcune persone oggetto di misure coercitive.
Mal curate, malnutrite e mal alloggiate, erano costrette a eseguire lavori fisici pesanti. Le persone oggetto di misure coercitive e di collocamenti forzati hanno patito condizioni di vita estremamente difficili che hanno avuto gravi ripercussioni sulla loro salute durante tutta la vita. Le violenze e gli abusi sessuali subiti gli hanno causato traumatismi psicologici. Per molto tempo, si è avuta poca considerazione degli effetti sulla salute fisica e mentale dei collocamenti forzati e delle misure coercitive...
Continue montagne russe emozionali e psichiche

Tages-Anzeiger (2015)
Fin dagli anni '80, la psicologia e la psichiatria riconoscono l'esistenza del fenomeno del «trauma psichico», che può essere grave quanto una lesione corporale. Si parla di disturbo da stress post-traumatico quando una persona si trova in una sofferenza psicologica permanente a causa di un evento traumatico subito in passato. I ricercatori confrontano questo disturbo con quelli sofferti dai veterani di guerra.
Rendere visibile la sofferenza
L'espressione artistica può rappresentare sentimenti per i quali ci mancano le parole, rendendo visibile il vissuto delle persone che hanno subito violenze e abusi.

Gabriela Pereira, 2021 (olio su tela): Un grido di dolore senza fine, la sensazione di essere scuoiato vivo. La persona si rannicchia in un angolo, chiusa in una stanza spoglia, e lotta con questa sensazione.
«Questo dipinto illustra il tema degli effetti collaterali», spiega Gabriela Pereira. Nelle sue opere e nel suo impegno politico, l'artista di Bienne affronta l'effetto distruttivo permanente della violenza e della discriminazione, sia individuale che istituzionale. La sua lotta: dare alle persone oggetto di misure coercitive di tutte le età la possibilità di condurre un'esistenza dignitosa, senza essere nuovamente sottoposte a coercizioni amministrative.
Prendiamo parola in questo film
La salute ne ha sofferto molto
Gli effetti del duro lavoro fisico, la mancanza di cure mediche e le esperienze traumatiche hanno avuto un impatto molto forte sulla vita di alcune persone oggetto di misure coercitive.
Mal curate, malnutrite e mal alloggiate, erano costrette a eseguire lavori fisici pesanti. Le persone oggetto di misure coercitive e di collocamenti forzati hanno patito condizioni di vita estremamente difficili che hanno avuto gravi ripercussioni sulla loro salute durante tutta la vita. Le violenze e gli abusi sessuali subiti gli hanno causato traumatismi psicologici. Per molto tempo, si è avuta poca considerazione degli effetti sulla salute fisica e mentale dei collocamenti forzati e delle misure coercitive...
Presa a carico carente soprattutto in termini di salute
Negli ultimi cent’anni, i trattamenti e i farmaci a disposizione hanno progredito parecchio. Fino ad ancora qualche decennio fa, il sistema sanitario svizzero non era paragonabile al livello di prestazioni offerte oggi in questo ambito. Ad ogni modo, i rischi per la salute delle persone oggetto di misure coercitive a scopo assistenziale erano maggiori rispetto al resto della popolazione. Per molto tempo, la maggior parte delle persone collocate in istituti, strutture o famiglie non aveva diritto a cure adeguate. Per motivi finanziari, i malati e i feriti non ricevevano le cure di cui avevano bisogno, anche se singoli istituti cercarono tempestivamente di garantire la copertura assicurativa alle persone assistite.
Diversi istituti hanno inoltre volontariamente limitato l'accesso alle cure mediche, ad esempio esigendo una richiesta scritta presso la direzione per consultare un medico. Molti residenti, soprattutto bambini e giovani, hanno contratto malattie croniche a causa di un'alimentazione non abbastanza variegata e a causa delle condizioni insalubri delle strutture (dormitori senza riscaldamento e letti umidi, perché le finestre non si chiudevano correttamente).
Ben presto si levarono voci per richiedere che i bambini collocati fossero ben nutriti e beneficiassero di cure mediche migliori, ma ci è voluto molto tempo affinché le autorità adottassero delle norme e mettessero in atto dei controlli. È unicamente nel 1978 che in tutta la Svizzera diventò obbligatorio stipulare un'assicurazione malattia e infortuni per i bambini collocati.
I progressi della medicina non sono sempre andati a vantaggio delle persone collocate o internate: la diagnosi psichiatrica, che dal XX secolo ha acquisito sempre più importanza, è stata utilizzata per molto tempo come strumento di valutazione delle misure; le considerazioni di medici e di educatori hanno, a loro volta, esercitato un'influenza crescente sull'adozione o la revoca di misure coercitive o di collocamenti. Molte istituzioni hanno fatto fatica ad abbandonare una visione eugenista e la tendenza a voler trovare a tutti i costi delle imperfezioni nei loro residenti. Gli psicofarmaci apparirono negli anni '50 e gli istituti li utilizzavano in particolare per calmare gli internati. Alcuni testavano sugli internati psicofarmaci non ancora autorizzati, senza chiedere il loro consenso.
Effetti collaterali a lungo termine
Molte persone soffrono ancora oggi di problemi di salute dovuti a collocamenti e misure coercitive a scopo assistenziale. Costretti da bambini a svolgere lavori troppo difficili per il loro corpo, alcune di queste persone soffrono di mal di schiena cronico. In altri casi, lesioni e fratture non sono state trattate adeguatamente e i disturbi si sono manifestati solo decenni dopo.
Le difficoltà fisiche non sono le uniche conseguenze. Molte persone oggetto di misure coercitive soffrono anche di disturbi mentali a causa delle esperienze traumatiche subite: sono perseguitate da incubi e da certi odori; voci o parole possono far emergere bruscamente situazioni traumatiche o riaprire ferite a volte rimaste sepolte nella loro memoria per decenni. Gli scienziati confrontano questi disturbi da stress post-traumatico con quelli di persone traumatizzate dalla guerra; si possono trovarne tracce nel cervello e nelle cellule. Gli eventi traumatici vissuti durante l’infanzia possono inoltre accelerare l'invecchiamento.
La depressione e i disturbi d'ansia impediscono ad alcune persone oggetto di misure coercitive di lavorare regolarmente, il che può spingerle verso la povertà e renderle dipendenti dall'assistenza sociale. I postumi dei traumi infantili influenzano le relazioni personali e l'ambiente circostante delle persone oggetto di misure coercitive, in maniera che possono essere trasmessi alle generazioni future.