Resilienza

Molte persone oggetto di collocamenti forzati o di misure coercitive sono riuscite a sopravvivere a traumi vissuti durante la loro infanzia. Hanno trovato delle strategie per «conviverci». Questa capacità di vivere nonostante tutto viene chiamata resilienza.

© Associazione Volti della memoria, 2022

Come si può sopravvivere a tali esperienze?

Le persone che ne escono attingono a numerose fonti per ricostruirsi. Dalle relazioni con le persone o con gli animali, alla fede religiosa, alla musica e all'arte... tutte componenti della vita che ci aiutano a rafforzare le nostre risorse.

Dagli anni ’50, la ricerca scientifica si interessa al tema della resilienza: si cerca di capire come le persone riescano a superare le difficoltà della vita e proseguano il loro percorso nonostante un vissuto traumatico. I ricercatori hanno proposto diversi modelli esplicativi che convergono su un punto: è possibile rafforzare le risorse individuali che rendono le persone resilienti...

Elaborare il vissuto traumatico

Il lavoro terapeutico può aiutare a superare il proprio vissuto e le sue conseguenze.

Disegno, grigio, rosa, viola e verde su sfondo bianco, realizzato alla fine degli anni Settanta, acquerello su carta.

MarieLies Birchler: «Das vergrabene Kind» (Il bambino sepolto), fine anni ‘70: questo dipinto rappresenta un tentativo di proteggersi. Il coperchio pesa ancora troppo. Le fiamme sopra di lei mettono in pericolo la sua vita. Il coperchio le impedisce anche di ricominciare una nuova vita, libera, ma presto lo farà esplodere, per vivere.

MarieLies Birchler ha seguito una terapia. Questo percorso le ha dato la forza di riprendere contatto con le Suore di Ingenbohl, che l'avevano maltrattata per molti anni.

«Per tutti coloro la cui dignità è stata violata».

La musica svolge un ruolo molto importante nella vita di molte persone. Per coloro che hanno subito un trauma può essere fonte sia di forza sia di ispirazione.

«Fremdplatziert aus der Sicht jener Kinder» (Collocamenti forzati visti da quei bambini), Yvonne Barth, registrazione del 21 agosto 2022, Hard Studios Winterthur. © Associazione Volti della memoria, 2022

Yvonne Barth ha interpretato la canzone che ha composto, «Fremdplatziert aus der Sicht jener Kinder» (I collocamenti forzati visti da quei bambini), in occasione della cerimonia tenutasi il 25 ottobre 2021 nel Cantone di Basilea Città in onore delle persone oggetto di collocamenti forzati e di misure coercitive a scopo assistenziale. La sua canzone mette delle parole alle esperienze dei bambini collocati, rendendo udibile l'energia della resilienza.

Prendiamo parola in questo film

Conoscere tutte le persone.

Tematiche